Tale professionista è ormai molto diffuso nelle realtà degli studi legali, soprattutto di matrice anglosassone.
I paralegals non sono regolamentati a livello statuale in Europa e, quindi, chiunque abbia una formazione giuridica di base certificata (bachelor in legal studies) può intraprendere questa attività, salve le regolazioni nazionali di alcuni Paesi che richiedono il conseguimento di specifiche certificazioni.
Per diventare un paralegal professionista è infatti necessario dimostrare il possesso di una competenza di base nelle discipline giuridiche, che quanto più risulterà in grado di attraversare differenti ordinamenti giuridici, tanto più sarà idonea a proporsi sul mercato del lavoro italiano e internazionale.
Questa figura professionale è in grado di assistere clienti privati e imprese nel districarsi entro sistemi legali anche stranieri, transnazionali, o comunque con elementi di internazionalità. In tal senso, il “paralegale” è di ausilio per investigatori privati, studi legali e grandi aziende, nonché appunto per soggetti privati o piccole imprese, che necessitano di un “primo filtro” sul problema legale, oppure sull’avvio di una controversia. Egli si occupa di avviare l’esame del caso legale, che poi viene trattato dal team dei senior professionals (avvocati, solicitor, of counsel, talora barrister). In particolare, il paralegal supporta il cliente (o lo studio legale) nella ricerca giuridica, istruendo il singolo dossier prima del suo compiuto approfondimento.
Il Corso si pone inoltre l’obiettivo di formare esperti con competenze versatili in questioni giuridiche transnazionali e capaci di ricoprire ruoli in agenzie e istituzioni chiave dell’Unione europea per lo più afferenti a quelli di assistenza al fine di svolgere un ruolo esecutivo o tecnico e fornire supporto in una varietà di settori, tra i quali: la finanza, la comunicazione, l’amministrazione, la ricerca o l’attuazione delle politiche euro-unitarie, per citarne alcuni.